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Tetti di Dubrovnik
La cattedrale
Mura di Dubrovnik, di notte
Scalini di Dubrovnik
Lovrijenac
Spiaggia sotto le mura cittadine



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Dubrovnik

Dubrovnik     Da non perdere a Dubrovnik

 MONUMENTI CULTURALI
 La torre di Minčeta

Con la sua sontuosa merlatura dominò per secoli, così come oggi domina la città. Era il simbolo della sua libertà e rappresentava una sfida coraggiosa a tutti i temerari che la minacciavano; oggi è uno dei più bei simboli della città. Con la sua bell'architettura, viene annoverata tra le più belle fortificazioni al mondo. Venne edificata da eccellenti costruttori. Nićifor Ranjina, nel 1319, realizzò la prima torre, più piccola ed a pianta quadrangolare. I lavori di costruzione vennero proseguiti, conferendole l'attuale forma monumentale cilindrica, da un famoso architetto rinascimentale, il fiorentino Michelozzo Michelozzi e dal maggiore costruttore rinascimentale croato, Juraj Dalmatinac, in base al cui progetto i suddetti lavori vennero conclusi nel 1464. Dalla sommità di questa stupefacente costruzione si protende una splendida vista sulla città e su tutto il suo circondario.  

La fortezza di Bokar
Con le sue belle merlature in pietra, venne realizzata anch'essa su disegno di Michelozzi ed ebbe il compito di difendere la porta principale d'ingresso, il ponte ed il fossato presso Pile. Oggi, nei suoi begli spazi si tengono spettacoli nell'ambito del Festival estivo di Dubrovnik.  


La fortezza di San Giovanni 

Rappresentava la difesa principale del porto cittadino ed era una delle fortezze difensive principali della città. La prima torre in questo luogo venne eretta alla metà del XIV secolo, ed è ancora oggi parte integrante di questa fortezza. Più tardi, nel corso d'alcuni decenni, la fortezza venne rafforzata, integrata e ricostruita, finché nel XVI secolo non ricevette la sua attuale forma semicircolare e l'aspetto monumentale dell'intero complesso delle sue costruzioni. Dalla parte opposta, il porto è protetto dalla torre di San Luca, una delle torri cittadine più antiche e meglio conservate, realizzata già nel XIII secolo. Il porto cittadino di notte veniva chiuso con una catena, che si tendeva dalla Torre di San Luca a quella di Mula, oggi Fortezza di San Giovanni. Alla fine del XV secolo, nel porto venne costruita una diga, chiamata Kaše, i cui lavori di costruzione vennero diretti da un famoso ingegnere di Dubrovnik, Paskoje Miličević. Con la costruzione della diga Kaše, il porto ricevette una doppia difesa: dalle onde e dalle intemperie marine, e, nel contempo, venne integrato e rafforzato il sistema difensivo nel porto, eternamente minacciato dai tentativi di conquista dei nemici provenienti dal mare.


Revelin

Questa grande fortezza a pianta quadrangolare irregolare venne eretta fuori delle mura cittadine, nella parte orientale della città, davanti alla porta di Ploče, alla metà del secolo XVI, al tempo in cui la Repubblica di Dubrovnik subì nuovamente la grande minaccia di Venezia. Venne eretta in grande fretta. Infatti, tutti i lavori per la costruzione delle altre opere pubbliche, ma anche di quelle a carattere privato, vennero interrotte per far sì che i lavori di costruzione della fortezza e di rafforzamento della difesa del porto cittadino potessero procedere indisturbatamente, così come quelli di rafforzamento della parte orientale della città, che era poi la meno protetta. La fortezza venne realizzata su disegno dell'ingegnere Antun Ferramolinno, che venne inviato in aiuto alla Repubblica dall'ammiraglio spagnolo Doria, il grande amico di Dubrovnik. Costruzione monumentale ed imponente, da una parte circondata dal mare e sui tre restanti lati da un fossato, fu degno e inespugnabile guardiano del porto di Dubrovnik. Con un suo angolo penetrava nella porta orientale della città, quella di Ploče, con la quale dava vita ad un singolare complesso difensivo, proteggendo la città in prossimità dei suoi accessi orientali che davano sulla terraferma. La fortezza Revelin aveva ampi spazi ricoperti a volta e la più grande terrazza di Dubrovnik. Questi spazi che oggi costituiscono l'ambiente ideale per mettere in scena spettacoli vari nell'ambito del Festival estivo. 
 
 
Lovrijenac

Ancora una fortezza monumentale ed imponente fuori delle mura cittadine, in prossimità degli accessi occidentali alla città. Altera, s'erge sul suo erto picco roccioso, alto 37 metri, tutta attorniata da leggende sia sulla sua nascita che sulle gesta eroiche dei suoi guardiani e difensori. Domina sovrana gli accessi marini e continentali alla città, dalla parte occidentale, ed insieme alla fortezza di Bokar chiude e protegge il più antico porto di Dubrovnik, Kalarinja. Lovrijenac inflisse parecchi tormenti a tutti coloro che tentarono di minacciare la libertà della Repubblica, soprattutto ai veneziani. I cronisti di Dubrovnik scrissero un'interessante storia circa la nascita della fortezza. All'inizio del XI secolo, pare che i veneziani avessero intenzione di edificare, proprio in questo luogo, una grande fortezza, con la quale tenere Dubrovnik in scacco. Gli abitanti della città, scoperta questa mira, decisero immediatamente di erigere, nel più breve tempo possibile, su tale rupe quasi inaccessibile, una fortezza e così proteggersi dai veneziani. Le cronache raccontano che Lovrijenac, in tal modo, venne eretta in tre mesi. Quando i veneziani giunsero con le loro navi cariche di materiale per la costruzione della fortezza, poterono soltanto constatare che gli abitanti di Dubrovnik li avevano raggirati e superati. La fortezza possiede mura eccezionalmente robuste, e ciò soltanto su tre lati, verso nord, ovest e sud ovest, cioè verso quelle direzioni dalle quali sarebbe potuta arrivare la minaccia del nemico. Lo spessore di queste mura va da 4 a 12 metri. Nella parte orientale della fortezza, cioè verso Dubrovnik, lo spessore delle mura è soltanto di 60 cm. Si trattò di una misura accorta e cauta della Repubblica di Dubrovnik, perché nel caso in cui il comandante della fortezza, che proveniva sempre dalle file dei nobili feudatari, avesse tentato di sottoporre la città alla sua tirannia, l'artiglieria della Repubblica avrebbe potuto facilmente superare la resistenza anche di tale muro ed, in questo modo, fermare eventuali tentativi simili. La fortezza venne armata con cannoni, uno dei quali, detto "Gušter" (lucertola), particolarmente grande, rappresentava l'orgoglio del fonditore locale Ivan Rabljanin. Nel corso dei secoli questa fortezza venne spesso ricostruita e dopo la caduta della Repubblica assunse una funzione differente: fu caserma al tempo dell'occupazione austriaca, e poi locale pubblico per la ristorazione. Nella fortezza di Lovrijenac, nel 1933 furono tenute anche alcune sedute del club PEN (a tale seduta presenziarono i più eminenti letterati del mondo, occasione grazie alla quale scoprirono Dubrovnik come attrazione turistica). La fortezza, per secoli, fu il maggior baluardo della libertà: sulla sua porta è inciso un messaggio rivolto ai suoi figli ed al mondo intero: "Non bene pro toto libertas venditur auro", ("La libertà non si vende per tutto l'oro del mondo"). Oggi, in una città ed in una patria libere, la fortezza risplende nuovamente con la sua grandezza di un tempo ed espone liberamente i vessilli del Festival estivo di Dubrovnik, raffiguranti il simbolo della "Libertas". È divenuta uno dei più degni e bei palcoscenici del mondo, fatto apposta per metter in scena una delle massime opere teatrali della letteratura mondiale, l'Amleto di Shakespeare. 

La chiesa di San Salvatore

Tra il convento francescano e la Porta di Pile, sino alle mura fortificate, questa piccola chiesa votiva fu eretta nel 1520, in base ad una deliberazione del Senato di Dubrovnik, quale segno di gratitudine perché la città fu salvata da un terremoto che la colpì proprio in quell'anno. Nel terremoto del 1667 rimase intatta, giungendo fino a noi con i suoi decori originali. È opera dei maestri di Curzola, i fratelli Andrijić, che la fusero perfettamente con l'ambiente e, edificando questa bella chiesetta dalla facciata ornamentale, lasciarono un'altra perla dell'architettura rinascimentale di Dubrovnik.

Il convento di Santa Chiara

Dalla parte meridionale della Porta di Pile, accanto alla grande fontana d'Onofri, una piazzetta incornicia graziosamente un edificio nel quale, sino all'occupazione francese, fu ospitato uno dei più conosciuti conventi femminili di Dubrovnik, il convento di Santa Chiara, edificato a cavallo dei secoli XIII e XIV. In una parte di questo convento già nel 1434 fu aperta una casa per l'accoglienza dei bambini abbandonati ed illegittimi, una delle prime istituzioni di questo genere al mondo. Le autorità francesi, al tempo di Napoleone, chiusero il convento, lo trasformarono in arsenale e, più tardi, in scuderia. 


Il convento francescano 

Nella parte occidentale della città, al riparo dalle mura fortificate e dall'inespugnabile Minčeta, trovò sistemazione il convento dei frati minori. Questo convento, insieme a quello dei domenicani, rappresenta una preziosa eredità culturale, artistica e storica della Repubblica di Dubrovnik. Il vecchio convento francescano fu un tempo al di fuori delle mura cittadine, nella frazione di Pile; a causa dell'insorgere dei pericoli della guerra che minacciavano la Repubblica all'inizio del XIV secolo, i francescani dovettero trasferirsi in città, abbattendo il vecchio convento e costruendone uno nuovo su uno spazio che fosse protetto dalle mura cittadine. La costruzione del convento ebbe inizio nel 1317 e durò per tanti anni. Il complesso conventuale comprende un grande spazio, dalla Placa sino alla fortezza di Minčeta. Singole parti, nel corso dei secoli, subirono danneggiamenti e crollarono, in modo particolare al tempo del terribile terremoto del 1667, quando andò completamente in rovina anche una splendida chiesa, una delle più belle e più ricche della Dubrovnik di allora. Dell'aspetto originale della chiesa è giunta a noi soltanto la porta meridionale, sormontata da una scultura in rilievo raffigurante la Pietà, di un'eccezionale bellezza e di gran valore artistico, incorniciata da un archivolto in stile gotico. Questo portale monumentale anche oggi testimonia l'antica bellezza della chiesa, ed è, nel contempo, una delle opere più importanti del tardogotico a Dubrovnik. Fu realizzata dai fratelli Petrović, maestri di Dubrovnik, nel 1499. Il chiostro del convento s'annovera tra le realizzazioni architettoniche più belle di Dubrovnik. Ambiente di straordinaria armonia, in una decorazione sontuosa in pietra, incorniciato da un doppio colonnato di doppie esafore, con capitelli dei quali ciascuno è differente e irripetibile rispetto agli altri - è opera del maestro locale Mihoje Brajkov di Bare, che eseguì i lavori alla metà del XIV secolo. Questo chiostro è, inoltre, anche una realizzazione sontuosa del tardoromanico sulle nostre coste. Oltre a ciò, il convento possiede anche un altro chiostro gotico, stavolta superiore, soltanto ad uso del convento, inaccessibile al pubblico, anch'esso sopravvissuto al grande terremoto. Nell'ambito del convento ancora oggi è in funzione una farmacia, fondata proprio quando fu fondato il convento, nel 1317, una delle più antiche in Europa (è la terza se si guarda l'anno di fondazione); ma se si guarda al fatto che essa è in funzione ininterrottamente dal giorno della sua apertura sino ai nostri giorni, è forse la più antica d'Europa. La biblioteca del convento s'annovera tra le più importanti biblioteche antiche della Croazia. Conserva un ricco patrimonio storico-culturale di Dubrovnik; tra l'altro, conserva più di 1200 vecchi manoscritti di inestimabile valore storico e culturale, 137 incunabuli, 7 libri di corali ecclesiastici. Complessivamente, 20 mila differenti esemplari. La collezione museale del convento è collocata in una grande sala rinascimentale, raggiungibile attraverso il chiostro. Qui si trovano tutte le suppellettili dell'antica  farmacia, collezione unica nel suo genere. Inoltre, vi si espongono anche esemplari di valore dell'arte orafa realizzati in oro e argento, dipinti di vecchi maestri, rari esemplari bibliografici ed altro. Anche la chiesa francescana è uno degli ambienti specifici ed indimenticabili, nei quali vengono organizzati concerti musicali durante il Festival estivo di Dubrovnik, così come altri concerti durante l'anno.

La grande fontana d'Onofrio

Dirimpetto alla chiesa di San Salvatore, accanto alla Porta di Pile, Onofrio della Cava realizzò questa, un tempo sontuosa fontana, che fu gravemente danneggiata dal terremoto che le sottrasse bellezza e funzionalità. Fu eretta in segno di ricordo per la conclusione dei lavori di costruzione del nuovo acquedotto, nel 1438, con il quale la città ottenne acqua sorgiva proveniente dalla fonte della Rijeka Dubrovačka, distante 12 km. Questa fontana, con la bellezza della sua architettura ed il gorgoglio dell'acqua cristallina, avrebbe dovuto conservare il ricordo di una tale impresa, importante per la Repubblica sia dal punto di vista tecnico che per la sua stessa vita. Quale luogo preferito d'incontro dei giovani, entrò con la piccola fontana d'Onofrio, come elemento ornamentale, nella commedia rinascimentale "Novella di pietra" di Marin Držić, il maggiore commediografo di Dubrovnik. 


Il monastero domenicano

Nella parte orientale della città, cinto dalle alte mura difensive cittadine e protetto dalla possente torre Revelin, è situato il monastero domenicano, uno dei più ricchi tesori del patrimonio culturale, artistico e storico dell'antica Dubrovnik. Con l'aiuto economico del governo di Dubrovnik e grazie agli sforzi di tutti gli abitanti del quartiere che, in base ad un'ordinanza del governo, dovettero partecipare alla costruzione dell'edificio, nel 1301 continuò intensamente la costruzione di questo grande complesso urbano. Il monastero, all'inizio, si trovava al di là delle mura cittadine, collocato com'era su un punto strategico molto importante per la difesa della Repubblica. Presto fu inserito all'interno della cinta muraria, tanto da creare con essa una singolare unità. Il terremoto riuscì soltanto parzialmente a danneggiarlo, e quindi con la sua imponente monumentalità, che dalla via esterna che costeggia l'edificio non è così evidente, s'annovera tra i monumenti più belli dell'antica Dubrovnik. Questo complesso conventuale ed urbano, che per la sua posizione, l'ambiente e la bellezza, risulta essere veramente singolare, con tutti i suoi singoli spazi così armonicamente connessi a formare un tutt'uno, venne realizzato nel corso di alcuni secoli, dal XIV al XVI secolo, e venne interessato da alcuni interventi di ricostruzione anche più tardi. Sono visibili elementi di stili differenti, sia romanico che barocco, anche se spiccano soprattutto gli elementi floreali del gotico e quelli del rinascimento. I lavori furono eseguiti da manodopera locale, di Dubrovnik e di Zara, in collaborazione con la manodopera italiana. Il chiostro, fastosamente decorato con colonne, loggiati, splendide trifore e con un pozzo di pietra al centro, venne lavorato di scalpello, costruito e decorato dai maestri locali Utišenović, Grubačević e Radmanović ed altri, in base all'idea del maestro fiorentino Masso di Bartolomeo, che operò nella metà del XV secolo. Questo chiostro s'annovera tra le opere più sfarzose del gotico fiorito dalmata, risalente alla seconda metà del XV secolo. La sacrestia, in stile gotico, venne realizzata sul finire del XV secolo dal famoso costruttore di Dubrovnik, Paskoje Miličević, realizzatore di tanti edifici rilevanti a Dubrovnik. In segno di riconoscimento, il suo nome fu iscritto sulle pareti di questa chiesa, in segno di encomio pubblico, ed egli venne sepolto proprio in questa chiesa, così come tanti meritevoli cittadini di Dubrovnik. Il portale meridionale, riccamente decorato, è opera di Bonino da Milano. Il monastero vanta una ricca collezione di opere d'arte, tra le quali particolare valore hanno i dipinti dei maggiori pittori di Dubrovnik: Lovro Dobričević ("Polittico", XV sec.), Mihajlo Hamzić ("Trittico", XVI sec.), alcuni dipinti di Nikola Božidarević, tra i quali desta particolare interesse il "Trittico", nel quale, nelle mani di San Biagio, c'è un modello della città di Dubrovnik di buona fattura, dell'inizio del XVI secolo. Inoltre, vi sono alcune opere di Vlaho Bukovac, eminente pittore croato, nato a Cavtat nel XX sec., del quale spicca la pala dell'altare, "Il miracolo di San Domenico". Qui si trovano anche le opere del pittore contemporaneo Ivo Dulčić, originario di Dubrovnik. Dei maestri di un tempo, l'opera più famosa è il crocefisso dipinto del gran maestro della Serenissima Paolo Veneziano, opera di grande valore artistico (XIV sec.), la pala per altare di Santa Maddalena, attribuita al Tiziano (XVI sec.), ed ancora icone di maestri cretesi-veneziani (XVI sec.), dittici di maestri fiamminghi (XVI sec.) ed altro. Il monastero possiede una collezione museale preziosa, che raccoglie oggetti di valore dell'arte orafa di maestri locali, fra i quali si distinguono in modo particolare dei bei calici, un ostensorio gotico-rinascimentale ed una croce d'argento. Nella biblioteca del monastero e nell'archivio si conservano manoscritti di valore, tra i quali anche 200 incunabuli. Alcuni tra questi manoscritti sono decorati da iniziali bellissime. Nella chiesa del monastero, durante lo svolgersi del Festival estivo di Dubrovnik, si tengono concerti di musica sacra da camera che offrono ai visitatori un'esperienza indimenticabile, immersi nell'ambiente particolare di questa splendida chiesa dall'acustica eccellente. 
  

L'Arsenale

Era situato nel luogo dove oggi sorge il Caffè della città. Era composto di 4 spazi coperti a volta per 4 galee, poste lì a proteggere la città. In esso venivano costruite, conservate e riparate le galee di Stato, atte alla difesa cittadina. Venne fondato molto presto, forse già nell'VIII secolo. Nel corso della sua lunga esistenza, venne ricostruito più volte sino ad ottenere, alla fine, l'aspetto attuale, quello del caffè più amato della città. 


Stradun

Il famoso Stradun di Dubrovnik, il cui vero nome è Placa, rappresenta la passeggiata più amata da tutti gli abitanti di Dubrovnik, soprattutto se giovani, e da tutti i turisti provenienti da tutto il mondo. Nessuno rinuncerebbe mai ad una passeggiata per lo Stradun, perché in tal modo perderebbe la possibilità di incontrare l'intera città. Venne costruito dopo il terremoto del 1667, in base ad un programma forsennato di rinnovamento della città, ricevendo il suo volto calmo ed austero e, tuttavia, così dignitoso e bello nella semplicità della sua architettura in pietra. Prima del terremoto, lo Stradun era abbellito da palazzi belli e sfarzosi. Dopo il terremoto, in una città di macerie, si dovette pensare, innanzitutto, alla continuazione della vita ed alla difesa della città, e quindi tutti i piani ed i progetti furono indirizzati verso la realizzazione di questi scopi. Ogni dimora che dava alla Placa venne realizzata, dopo il terremoto, secondo un progetto approvato dal Senato della Repubblica. Tutte ricevettero facciate quasi identiche, della medesima altezza e di simili disposizioni, poiché tutte avrebbero dovuto ospitare alcuni negozietti al pianterreno. Qui si mantenne vivo lo spirito mercantile della Repubblica.

 
La colonna di Orlando

Tra Sponza e la chiesa di San Biagio s'innalzò una colonna in pietra nella quale fu scolpito un guerriero medievale con indosso la corazza, con tanto di spada e scudo. Fu scolpito dal maestro locale Antun Dubrovčanin, nel 1418. È il simbolo della libertà di Dubrovnik, e su di essa, in occasione delle celebrazioni, viene issata la bandiera della Repubblica, mentre dal suo piedistallo una volta si leggevano i proclami governativi ed il bando rivolto al popolo. Alla nascita di quest'obelisco è legata una leggenda sull'eroe medievale Orlando (Rolando) il quale - come racconta la storia - aiutò a liberare Dubrovnik dal pericoloso assedio dei corsari arabi dell'VIII secolo; in segno di riconoscenza, la cittadinanza grata eresse questa colonna in suo onore. Oggi, nel corso di una cerimonia, davanti ad Orlando e con l'alzabandiera del vessillo della "Libertas", ogni anno viene dichiarato aperto il Festival estivo di Dubrovnik. 


Il Palazzo Sponza

Tutte le vie mercantili della Repubblica di Dubrovnik si riversavano e nascevano da questo bel palazzo, uno dei più belli di questa città. Lo spirito mercantile di Dubrovnik seppe darsi uno spazio all'altezza, confermando così la propria ricchezza e la propria cultura con la costruzione di questo palazzo sontuoso e con la realizzazione della sua rimarchevole facciata. Risultato dell'incontro tra lo stile tardogotico e rinascimentale, in base al progetto di un talentuoso ingegnere della Repubblica di Dubrovnik, Paskoje Miličević, con la sua divertita bellezza conferma l'originalità e la particolarità della costruzione, potrebbe dirsi alla moda di Dubrovnik, cioè efficace realizzazione delle possibilità espressive di differenti stili nell'architettura eccezionalmente armonica di questo palazzo, che pare un pizzo sulla pietra. I lavori di costruzione ebbero inizio nel 1516. I fratelli Andrijić, discendenti di una rinomata famiglia di Curzola di costruttori e scultori, realizzarono i lavori di scalpello. Il palazzo, in un primo momento, fu destinato ad ospitare i locali della dogana, dove si sdoganavano tutte le merci che i mercanti portavano da tutte le parti del mondo. Il cortile del palazzo, completamente ad arcate, era il centro commerciale più movimentato e punto d'incontro degli uomini d'affari della Repubblica. Un'ala del palazzo ospitò la Zecca di Stato, che la Repubblica istituì nel XIV secolo, e che operò in questo palazzo continuamente sino alla caduta della Repubblica. Molto presto, verso la fine del XVI secolo, Sponza divenne anche centro culturale della Repubblica. In esso si riunivano i cittadini più colti di Dubrovnik, nella loro associazione "Accademia dei dotti", che ebbe la propria sede in questo palazzo e dove i suoi membri discutevano di letteratura, d'arte e di tutti i conseguimenti scientifici del loro tempo. Al Palazzo Sponza venne organizzata anche la prima scuola di Dubrovnik. Oggi il Palazzo Sponza, tranquillo e dignitoso, conserva la più preziosa documentazione storica di Dubrovnik, l'Archivio, con materiali attinenti alla storia più remota di Dubrovnik e dei suoi territori, d'ogni secolo passato e sino ai tempi più recenti. Ma anche lo stesso palazzo è diventato, a suo modo, uno dei documenti preziosissimi dell'archivio che ospita. Uscito indenne dal terremoto, con costanza ha atteso i nostri giorni, per mostrare a tutti quali sfarzosi palazzi Dubrovnik avesse, potente e ricca, nei tempi che precedettero la sua catastrofe. Nella piazza, davanti allo Sponza, ogni anno viene solennemente aperto il Festival estivo di Dubrovnik. Dalla terrazza sul loggiato, davanti allo Sponza, gli attori vestiti con i costumi dei principi e dei nobili di Dubrovnik, evocano i tempi andati di manifestazioni culturali e di libertà che caratterizzavano la Repubblica di Dubrovnik. 
 
 
 
Il campanile cittadino

Nel 1444, accanto all'edificio del Quartier generale, venne eretto il campanile cittadino, alto 31 metri. Luka Mihocin, figlio d'ammiraglio, realizzò la lastra metallica per l'orologio, sotto la quale pose le fasi lunari e due figure lignee che battevano l'ora. Il grande maestro Ivan Rabljanin, fonditore dei cannoni di Dubrovnik, colò una nuova campana nel 1506. Le figure lignee vennero sostituite con altre di bronzo, i famosi "zelenci" di Dubrovnik, simboli del passare del tempo. La stabilità del campanile venne compromessa dal grande terremoto, inclinandosi con il passare del tempo e minacciando di crollare. Nel 1929 venne completamente ricostruito in base al vecchio modello.

Luža, il vecchio campanile

Tra il campanile cittadino ed il palazzo Sponza si trova Luža, il vecchio campanile eretto nel 1463 e restaurato nel 1952. La sua campana veniva suonata in occasione dell'adunanza del Consiglio, veniva suonata in occasione dell'incombere di qualche pericolo (incendio o altro). Ai piedi della Luža si trova la porta cittadina interna, che conduce dalla Placa verso la Porta di Ploče e verso il porto cittadino. 


Palazzo del Quartier generale

Accanto al Palazzo del Gran Consiglio, fu costruito, nel 1490, il palazzo gotico del Quartier generale, la residenza dell'ammiraglio. I lavori di ricostruzione al portale d'ingresso ed al mezzanino vennero eseguiti da Marino Groppelli nel XVIII secolo. 

La piccola fontana di Onofrio
Realizzata davanti al palazzo del Quartier generale, in occasione dei festeggiamenti per la conclusione dei lavori di costruzione dell'acquedotto, è un vero gioiello ed un capolavoro di scultura della città. Fu costruita da Onofrio della Cava, nel 1438, in collaborazione con lo scultore italiano Pietro di Martino.

Il Palazzo del Gran Consiglio
Il Palazzo del Gran Consiglio, costruito nel XIV secolo e completamente distrutto da un incendio nel 1816, si trova tra il Palazzo principesco ed il campanile cittadino. La facciata del palazzo era simile all'attuale Palazzo Sponza. Più tardi, nel 1882, al posto di questo palazzo fu edificato il Municipio, nel quale ha sede anche il centro amministrativo della città di Dubrovnik. Nell'ambito di tale spazio, oggi si trova anche il teatro cittadino ed il Caffè della città. Dal Palazzo principesco si poteva fare ingresso nel Palazzo del Gran Consiglio attraverso una porta interna, sul cui ingresso si trova la già menzionata iscrizione, giunta intatta sino a noi, conosciuta per la sua grande saggezza e per l'amor di patria che emana: "Obliti privatorum publica curate" ("Dimenticate gli interessi privati e fate gli interessi della cosa pubblica").

L'Archivio di Dubrovnik
Oggi è ospitato dal Palazzo Sponza. Sia prima che durante la Repubblica, esso era ospitato nel Palazzo principesco. Per la ricchezza dei materiali e per l'importanza dei documenti storici in esso conservati, è considerato uno dei più rilevanti archivi del mondo. La Repubblica e, più tardi, la città riuscirono a conservare nel tempo la loro storia millenaria, raccolta nei documenti originari dell'Archivio di Dubrovnik, e ciò nonostante tutte le catastrofi che distrussero la città ed i palazzi dell'Amministrazione pubblica. L'archivio possiede 7000 volumi manoscritti e circa 100 mila manoscritti singoli, a testimonianza di un tempo compreso tra il XII secolo sino alla rovina della Repubblica. Questa, già nel XIII secolo, introdusse un sistema di catalogazione sistematica e d'archiviazione di tutti gli atti giuridici pubblici e privati, redatti davanti alle autorità pubbliche ed evidenziati nei registri ufficiali. Vennero conservati tutti i documenti redatti per iscritto nei quali venivano stabiliti i diritti della Repubblica e disciplinati i suoi rapporti con le altre città, paesi o governi. Dal 1278 si conservarono anche tutti gli atti della cancelleria e del notariato della Repubblica, copie di tutti i testamenti, verbali di tutt'e tre i Consigli della Repubblica, una ricca corrispondenza pubblica, e poi documenti sulle navi, sui loro viaggi, elenchi degli equipaggi e dei viaggiatori, ed altro. L'intera storia nei campi politico, diplomatico, economico, marittimo, mercantile, e d'ogni altro segmento della vita della Repubblica, è conservata nei documenti del suo Archivio. E non soltanto la sua, ma anche la storia, riportata su un'abbondanza di documenti, relativa alle terre balcaniche ed oltre, si trova conservata tra questi preziosi ed antichi documenti. Nell'Archivio si conservano anche numerosi documenti relativi alla più recente storia della città e sul territorio più ampio della provincia di Dubrovnik, risalenti ai secoli XIX e XX e sino ai tempi più recenti.

Il Palazzo principesco
Tutta la storia della Dubrovnik di un tempo è passata attraverso questo palazzo, bello e neanche un po' sfarzoso. La moderazione e la singolarità, così presente nella vita dell'antica Dubrovnik, furono confermate anche in quest'edificio, così importante per la Repubblica. Si tratta di un palazzo semplice, armonioso, in stile gotico rinascimentale, dall'aspetto troppo modesto per una Repubblica un tempo così ricca. Cosa che non sorprende affatto, poiché è proprio questa la misura dell'armonia priva di sfarzo eccessivo, presente di continuo in tutte le sfere della vita della Dubrovnik di un tempo. Così come la Repubblica, anche questo palazzo ha resistito ad un passato agitato; crollò alcune volte a causa di esplosioni da polvere da sparo, il terremoto lo fece a più riprese tremare, ed oggi, tuttavia, siamo di fronte alla sua bella facciata e ammiriamo l'armonia di spazi e di pietra, nonché l'opera di tutti gli artisti che in esso seppero profondere, nella sua semplicità, lo sfarzoso splendore della sua pacata bellezza. Imponente com'è, ha conservato il respiro dei tempi che furono, luogo nel quale il visitatore, in un attimo, viene pervaso con così tanta forza dall'atmosfera dei secoli andati, tanto da rimanere quasi sorpreso dal fatto di non incontrare, tra queste mura, il Principe con il suo seguito costituito dai membri del Piccolo Consiglio. In questo palazzo risiedeva il principe di Dubrovnik durante il suo mandato mensile (senza la sua famiglia). Poteva lasciare il palazzo soltanto per un impegno ufficiale: altrimenti non gli era consentito di lasciarlo. Qui - accanto ad altri numerosi impegni ufficiali - riceveva ogni sera, con un cerimoniale particolare, le chiavi delle porte cittadine che gli venivano affidate per conservarle durante la notte; ciò affinché nessuno, durante la notte, potesse entrare in città; tali porte venivano, al mattino, nuovamente aperte per mezzo delle chiavi che il principe, con un altro cerimoniale particolare, riconsegnava alla città. E così fu per secoli, sino alla caduta della Repubblica. Nel Palazzo principesco v'era anche la sede del Piccolo Consiglio, ed inoltre sale per i ricevimenti ufficiali e per le udienze, nonché la sede dell'amministrazione della Repubblica. Vi si trovava, inoltre, l'arsenale, la polveriera, la guardia ed il carcere. Secondo le cronache di Dubrovnik, al posto dell'attuale Palazzo principesco sorgeva un palazzo minore che un'esplosione di polvere da sparo, avvenuta nel 1435, distrusse completamente. Il costruttore napoletano Onofrio di Giordano della Cava, che allora realizzò l'acquedotto di Dubrovnik, venne ingaggiato dal governo di Dubrovnik, che gli commissionò di realizzare un nuovo Palazzo principesco sulle rovine del vecchio: cosa che questi fece, nella metà del XV secolo. Nel 1463 una nuova esplosione di polvere da sparo, tuttavia, in breve tempo danneggiò sensibilmente la residenza, in particolare la sua facciata occidentale. Il palazzo venne rinnovato, con una vena rinascimentale, sotto l'occhio vigile dell'architetto fiorentino Salvio de Michele e con la collaborazione di numerosi costruttori locali. E quando, a seguito del terremoto del 1667, il palazzo subì nuovi danneggiamenti, il suo atrio venne parzialmente ricostruito con una venatura barocca. E così, con un susseguirsi d'avvenimenti inevitabili, c'imbattiamo in un palazzo che riporta tre stili in simbiosi: palazzo fondamentalmente gotico, con successive ricostruzioni effettuate in stile rinascimentale e barocco, ma che, nel suo complesso, rappresenta un'unità armoniosa e bella. La facciata d'ingresso occidentale, con un loggiato ed archi a volta, con capitelli splendidamente scolpiti, con un portale eccezionalmente decorato e con altri dettagli, pare sfarzosa. L'atrio del palazzo è uno spazio armonico e semplice, con file di colonne decorate con capitelli corinzi, con gallerie, con una bella scalinata in stile barocco ed un'acustica eccezionale, oggi uno degli ambienti più suggestivi per l'esecuzione di concerti di musica da camera, nel corso del Festival estivo di Dubrovnik. L'atrio è abbellito da una piccola fontana risalente al XV sec. e dal busto di uno dei figli più meritevoli di Dubrovnik, il marinaio Miho Pracat. Tale modesto monumento, eretto su deliberazione della Repubblica nel 1683, fu opera dello scultore italiano Pier Paolo Giacometti, ed è il più grande riconoscimento, unico nel suo genere, che la Repubblica abbia mai conferito ad un suo figlio in tutta la sua lunga esistenza. A seguito della caduta della Repubblica di Dubrovnik, il palazzo venne spogliato da entrambe le forze di occupazione; vennero sottratti oggetti di valore del patrimonio culturale, accumulati durante i secoli, e tanto fu distrutto, sia per opera del terremoto che per opera degli incendi. Oggi il Palazzo principesco ospita la sede del dipartimento storico-culturale del Museo di Dubrovnik. Gli spazi espositivi sono stati sistemati in modo tale da dare il senso dell'ambiente, anche con l'esposizione di oggetti d'uso propri degli ultimi secoli della Repubblica di Dubrovnik. Qui, accanto al mobilio in stile, vi sono tanti ritratti di nobili cittadini e delle persone di prestigio della città, dipinti di grandi maestri, quali: Carraci, Tintoretto, Giorgione, Bordone, Hamzić ed altri. Vi è, inoltre, presente una collezione numismatica di monete coniate ai tempi dell'antica Dubrovnik, e cioè tra il XIV ed il XIX secolo, le chiavi originali della città, il sigillo, gli stemmi, fotocopie dei codici normativi di Dubrovnik e dei verbali della Repubblica, oggetti della vecchia farmacia "Domus Christi" del XV secolo, ed altro.


La Cattedrale dell'Assunzione di Maria

La storia delle città antiche è colma di leggende, che sono molto spesso parte della loro storia. Secondo una leggenda, ma anche secondo le cronache di Dubrovnik ed inglesi, il re inglese Riccardo Cuor di leone, di ritorno dalla III crociata nel 1192, naufragò, a seguito di una tremenda tempesta, presso l'isola di Lacroma, dinnanzi a Dubrovnik. Poiché ebbe salva la vita, in segno di riconoscenza fece il voto di donare alla città un'ingente somma di ducati per la costruzione di una grande chiesa votiva. Con questi denari s'iniziò la costruzione della vecchia cattedrale, che si trovava proprio sullo stesso luogo in cui insiste quella attuale; il terremoto del 1667, però, rase al suolo anche questo splendido edificio dell'antica Dubrovnik. Si sa che la cattedrale, con i suoi capolavori di pietra, con cinque fastosi portali ed una gran cupola, s'annoverava tra le più belle e più ricche chiese europee di quei tempi. I lavori di costruzione della vecchia cattedrale, a forma di basilica, in stile romanico, durarono più di un secolo (dal XII al XIV secolo). Dubrovnik, nel momento in cui avvenne il terremoto catastrofico di cui sopra, aveva il Vaticano come custode e, più tardi, quale rettore della Biblioteca vaticana ebbe Stjepan Gradić, uno dei suoi figli più istruiti, membro dei circoli scientifico-letterari allora più rilevanti del Vaticano, di Roma, di Padova - grande storico di livello mondiale, filosofo e poeta, e nello stesso tempo anche scienziato dei campi dell'astronomia, della fisica, della navigazione e di altre scienze, ma, soprattutto, grande e talentuoso diplomatico, con tante relazioni influenti in tutto il mondo. Stjepan Gradić mise tutto se stesso per raccogliere in tutta Europa aiuti per la sua patria caduta in rovina. Tra le altre imprese che gli si possono ascrivere, e che gli hanno fatto meritare un ringraziamento imperituro della Dubrovnik natia, fu per suo merito, e con l'intercessione del Papa, che a Dubrovnik giunsero immediatamente i più famosi architetti italiani, per aiutare con i loro consigli e con i loro progetti a rinnovare la città distrutta. Stjepan Gradić volle che la cattedrale venisse costruita secondo gli esempi dell'architettura ecclesiastica d'allora, cioè secondo gli esempi dello stile barocco, ed allora venne ingaggiato il famoso architetto italiano di Urbino, Andrea Buffalini, in base al cui progetto l'architetto italiano Paolo Andreotti iniziò i lavori di costruzione della cattedrale nel 1673. I lavori andarono avanti per alcuni decenni, con la collaborazione di numerosi maestri, e vennero conclusi da un maestro locale, Ilija Katičić, nel 1713. Questa chiesa monumentale di Dubrovnik, nelle immediate vicinanze del Palazzo principesco e del Palazzo diocesano, s'annovera tra le più belle chiese barocche della Dalmazia. La sua cupola verde-azzurra domina dall'alto i vecchi tetti della città, ed insieme alla cinta muraria rappresenta il simbolo visivo di Dubrovnik, da qualsiasi parte vi si giunga. Accanto alla cattedrale, dalla parte occidentale, si trovava un battistero separato del XIV secolo, di pietra rossa e bianca, che rappresenta ciò che è restato degli edifici accessori della vecchia cattedrale, il quale, pur avendo resistito al terremoto, non riuscì ad opporsi alla strapotenza distruttrice di un generale austriaco, rappresentante del governo d'occupazione nella metà del XIX secolo. Questi ordinò di abbattere tale antico monumento in modo d'ampliare la vista di cui godeva dalle sue finestre. La cattedrale è abbellita con altari barocchi e numerosi dipinti di valore, tra i quali v'è una maggioranza di opere di pittori italiani, ma sono presenti anche opere di maestri locali e fiamminghi. Spicca in maniera particolare, per il suo valore artistico, il grande polittico dell'Assunzione di Maria (XVI secolo), posto sull'altare maggiore, opera del grande maestro veneziano Tiziano e del suo laboratorio; la splendida Madonna della Seggiola (XVI secolo), attribuita a Raffaello ed alla sua scuola, ed ancora La fuga in Egitto, del pittore italiano Savoldo, e poi Santa Caterina, del veneziano Palma il Vecchio ed, infine, il famoso dipinto Il capo di Cristo, del pittore italiano Pordenone. Tra i maestri locali, è attribuita a Benko Stazo la pala Annunciazione (XVII secolo), mentre Petar Mattei - Matejević è l'autore del dipinto San Bernardo al cospetto della Madonna (XVII-XVIII secolo). La cattedrale di Dubrovnik, prima del terremoto del 1667, possedeva una delle più ricche tesorerie ecclesiastiche d'Europa. Durante il terremoto, una gran parte delle reliquie e degli oggetti preziosi della tesoreria andarono distrutti per sempre, mentre ciò che si riuscì a salvare dalle macerie oggi è conservato nella Tesoreria della Cattedrale, con cura e misure di sicurezza particolari, che già la Repubblica provvide ad assicurare. La Tesoreria veniva chiusa con tre chiavi già in tempi remoti: una di esse era conservata dall'arcivescovo, un'altra dal rettore della Cattedrale, e la terza dal segretario della Repubblica. La Tesoreria poteva esser aperta soltanto con le tre chiavi contemporaneamente. Oggi la terza chiave viene conservata presso l'Istituto per la conservazione dei monumenti culturali di Dubrovnik. Nella Tesoreria si conservano reliquiari e arredi sacri d'eccezionale valore artistico, per la gran parte opera dei maestri locali. Dubrovnik era conosciuta anche come una delle principali città europee per lo sviluppo dell'arte orafa, con tanti laboratori artigiani nei quali venivano realizzati decorazioni, oggetti d'oreficeria e gioielli, con una tecnica minuziosa e raffinata, sviluppata sino a raggiungere la dignità di opera d'arte. Tutte le regge europee cercavano di avere gli oggetti decorativi d'oreficeria ed i gioielli dei rinomati laboratori di Dubrovnik. Nella tesoreria della cattedrale oggi si conservano reliquie d'inestimabile valore, come quelle del patrono della città - una mano e la testa di San Biagio, realizzate con un'abilità artigiana eccelsa in stile bizantino, d'argento e d'oro, decorate con pietre preziose e smalto, con eccezionali dettagli in filigrana, opera dei maestri di Dubrovnik e risalenti ai secoli XI e XII. Splendida è anche una croce argentea dell'orafo di Dubrovnik Jeronim Matova, del XVI secolo, così come tanti altri oggetti e reliquie di altri santi. Un altro forte terremoto, nel 1979, danneggiò nuovamente la cattedrale, in seguito al quale si aprirono fenditure nelle pareti, nella cupola e nella facciata. I lavori di riparazione della cattedrale durarono alcuni anni e richiesero il rafforzamento delle stesse fondamenta. Durante i lavori di scavo, ad una profondità d'alcuni metri, gli archeologi giunsero ad una scoperta di valore eccezionale. Riportarono alla luce le fondamenta e le pareti di un'altra, la terza, chiesa, sino ad allora sconosciuta, una basilica a tre navate con tre absidi. Ma la cosa più sorprendente di tutte furono le dimensioni di tale prima chiesa inferiore, che consta di più di 30 m di lunghezza e di 15 m di larghezza. Gli archeologi datano questa basilica intorno al VII ed VIII secolo, forse anche a prima. Su tali belle pareti sono stati rinvenuti anche begli affreschi del IX secolo. Su tali preziosi reperti è stata realizzata un'opera di conservazione, lasciandone libero l'accesso ai visitatori. Questi recentissimi ritrovamenti archeologici hanno un significato particolare, nell'intento di stabilire la data di nascita di Dubrovnik, perché se in questo luogo, nel VII secolo, era già stata edificata una tale basilica, allora è da presupporre che doveva esistere un centro abitato ancora più grande, i cui abitanti fossero in grado di erigere una tale basilica. Un piccolo villaggio di pescatori non avrebbe avuto la necessità, né avrebbe potuto realizzare una tale basilica. Tutto ciò considerato, la data di nascita di Dubrovnik dovrebbe esser anticipata di qualche secolo. Agli esperti non resta altro che continuare a ricercare, con l'intento di confermare questa tesi.


La chiesa gesuitica di Sant'Ignazio

Attraverso la Poljana Bunić, che si trova ad ovest della cattedrale, si passa alla Poljana di Gundulić e, per una scalinata barocca, si giunge alla Poljana di Bošković, sulla quale s'erge uno dei più begli edifici barocchi di Dubrovnik, la chiesa dei Gesuiti. Costruita a cavallo tra il XVII ed il XVIII secolo, secondo il progetto dell'architetto italiano Andrea Pozzo, con un bel portale barocco ed un'imponente facciata che dominava tutto il luogo. Tra le opere pittoriche che l'abbelliscono, importanti sono i lavori di Gaetano Garzia, pittore del barocco italiano d'origine spagnola. Questi decorò l'abside della chiesa, con immagini raffiguranti episodi della vita di Sant'Ignazio da Loyola, fondatore dell'ordine dei Gesuiti. Accanto a questa chiesa s'erge l'alto edificio della rinomata scuola di Dubrovnik, il Collegium Ragusinum, realizzata secondo il progetto del Ranjina e Canalino, che ospitò le più fulgide menti della Repubblica. La scalinata barocca, che con questa chiesa costituisce un tutt'uno armonico, fu progettata dal costruttore romano Padalacqua, nel 1738. 


Le mura cittadine

Il punto di riferimento maggiormente riconoscibile, che definisce a pieno la fisionomia della città storica di Dubrovnik, conferendole quell'aspetto caratteristico e rinomato in tutto il mondo, è rappresentato dalla sua cinta muraria intatta, che attornia la città ininterrottamente per 1940 metri. Quest'opera complessa, uno dei più belli e più solidi sistemi fortificati difensivi del Mediterraneo, è composta da una serie di fortificazioni, bastioni, casematte, torri e fortezze separate. La sua costruzione procedette in modo sistematico, in tempi difficili di continui pericoli per la sicurezza della città e della Repubblica, conservandosi sino ai giorni nostri funzionale, non soltanto grazie al sapere degli abili costruttori, alla briga ed alla cura degli abitanti di Dubrovnik, che intervennero sempre con opere di manutenzione o d'integrazione, secondo necessità, ma anche grazie alla splendida abilità diplomatica, conosciuta in tutto il mondo, la quale innumerevoli volte riuscì ad anticipare e sventare le pericolose minacce dei nemici e dei concorrenti della Repubblica di Dubrovnik. La città di Dubrovnik è completamente attorniata dalle mura e da fortezze, compreso il Vecchio porto cittadino. La storia delle fortificazioni di Dubrovnik s'insinua profondamente nel primo Medioevo. È indubbio come il primo centro urbano sull'isolotto di Laus fu circondato da mura difensive. Il fatto che questa città, nel IX secolo poté resistere ad un assedio di quindici mesi perpetrato dai saraceni, ci fa capire come fosse ben fortificata. La città si sviluppò dapprima verso il versante orientale dell'isola, allora disabitato. Così, l'appellativo di Pustijerna per la parte sud orientale della città, accanto alla fortezza di San Giovanni, viene dall'espressione latina "post terra", che significherebbe, in una libera traduzione, sobborgo. La cinta muraria, nei secoli IX e X, comprendeva anche questa parte orientale della città. Quando, nel XI secolo, uno stretto istmo marino venne colmato di terra, proprio dove oggi sorge la Placa, la città s'unì al villaggio che già esisteva sulla terraferma e, in breve tempo, si giunse all'edificazione di un muro difensivo comune intorno all'area che corrisponde al nucleo attuale della città antica. Nel XIII secolo l'intera città fu circondata da mura difensive, ad eccezione dell'area occupata dal monastero domenicano, che venne ricompresso entro le mura cittadine soltanto nel XIV secolo. Tali mura furono in media larghe 1,5 metri circa, realizzate con pietra e calcare. Al fine di rafforzare le superfici murarie e per una più efficace difesa, nel XIV secolo furono innalzate 15 torri a pianta quadrangolare. Sul finire del XIV secolo, con la definitiva liberazione dal dominio veneziano, le mura difensive furono interessate da grandi opere. Il maggior stimolo a proseguire nella ricostruzione e nell'urgente opera di rinnovamento delle fortezze di Dubrovnik venne dato dall'improvvisa minaccia di un attacco della potenza militare turca, a seguito della presa di Costantinopoli nel 1453, oltre alla latente minaccia di Venezia. Grazie agli enormi sforzi dei cittadini di Dubrovnik e della sua nobiltà, così come all'ingegno di numerosi esperti costruttori di fortificazioni, convocati urgentemente a Dubrovnik, la gran parte dei lavori di rafforzamento delle fortezze, soprattutto verso la terraferma, così come la realizzazione delle fortezze e dei bastioni semicircolari sull'antemurale, furono concluse in neppure tre anni. Il sistema, nel corso del XIV secolo ed in seguito, venne integrato e ammodernato. Le attuali dimensioni delle mura derivano dal XIV secolo, mentre il suo aspetto definitivo lo si fa discendere al periodo che, non senza motivo, chiamiamo l'era d'oro di Dubrovnik, cioè dalla caduta di Costantinopoli, nel 1453, sino al terremoto catastrofico ed alla distruzione della città, nel 1667. Il muro principale è largo, nella parte che dà sulla terraferma, tra i 4 ed i 6 metri, mentre verso il mare è un pò meno spesso - da 1,5 a 3 metri. La sua altezza, in alcuni punti, raggiunge persino i 25 metri. Dalla parte della terraferma il muro è protetto da un antemurale più basso ed inclinato, come imponeva la difesa dall'artiglieria d'allora. Il parallelogramma irregolare, che è questa Dubrovnik circondata dalle sue mura, in corrispondenza di quattro punti è particolarmente protetto da possenti fortezze. A nord dalla torre cilindrica di Minčeta, ad est dalla torre distaccata di Revelin, che protegge il Porto cittadino, mentre a sud-est dal grande complesso della fortezza di San Giovanni. Ad ovest l'ingresso alla città è difeso dalla fortezza di Bokar, bella e dalle belle linee. La parte occidentale della città, esposta ai pericoli provenienti dal mare e dalla terraferma, è protetta dalla possente ed indipendente fortezza di Lovrijenac. Accanto a queste fortificazioni, che sono poi le più possenti e le più evidenti, la cinta muraria della città è salvaguardata anche da due torri cilindriche, da 12 torri a pianta quadrangolare, da 5 bastioni e da due torrioni d'angolo, mentre l'antemurale aggiunto è stato fiancato da uno più grande e da 9 minori bastioni semicircolari. Lungo il lato delle fortificazioni cittadine che dà verso l'interno, quale protezione aggiuntiva, venne scavato anche un profondo fossato. L'intero sistema di fortificazioni era attrezzato con un gran numero di pezzi d'artiglieria. I cannoni venivano in prevalenza realizzati nelle officine locali, per le quali Dubrovnik era famosa in questa parte del mondo. Il più rinomato progettista e fonditore di cannoni di Dubrovnik, nel XVI secolo, fu Ivan Rabljanin. Nei periodi di massima allerta, a difesa di Dubrovnik venivano affacciate alle mura ben 120 bocche di cannone. La comunicazione tra il mondo esterno e la città era garantita attraverso due porte cittadine ben fortificate, collocate nell'asse ovest-est. Da ovest s'accedeva alla città attraverso la Porta di Pile, fortificata e riparata in modo complesso e plurimo, mentre la porta orientale, quella di Ploče, era protetta anche dalla dislocata fortezza di Revelin. Entrambi gli accessi e la città furono edificati così da non poter comunicare direttamente con la città, in modo tale che colui che vi fosse entrato avrebbe dovuto attraversare più porte e passaggi tortuosi, cosa che sta a testimoniare dell'esistenza di estreme misure di cautela davanti alla possibilità di un assalto a sorpresa o di un ingresso di visitatori indesiderati. Nel territorio del Porto cittadino, uno dei luoghi più importanti per la vita mercantile e marittima della città, si faceva ingresso attraverso due porte: quella di Ponte (del porto) e la Porta della pescheria. Il Porto cittadino era riparato da una diga chiamata Kaše sia dai colpi delle onde che da un attacco improvviso. L'intero intrico delle vie cittadine, così come una serie di slarghi, erano subordinati al numero ed all'efficacia della comunicazione con le fortezze della cinta muraria. Oggi giorno, una passeggiata per le mura della città rappresenta una delle attrazioni turistiche più suggestive. In occasione di tale visita, è possibile comprendere al meglio il tessuto dell'antica Dubrovnik, tante sono le nuove immagini della città che ci si palesano da diversi punti d'osservazione. Soprattutto dai punti rialzati delle sue strade, come dalle piazze dei quartieri interni, si scopre una serie completa di suggestivi dettagli, ma anche la sensazione della città nella sua interezza, nel suo disporsi in lungo ed in largo, che è impossibile osservare durante una passeggiata per le vie cittadine. Oltre ad indimenticabili immagini della città, tale passeggiata ci svelerà anche l'incantevole spettacolo del mare aperto davanti a Dubrovnik e ci permetterà di dare un'occhiata ai suoi dintorni. 


Fonte: http://www.visitdubrovnik.hr/